La Psichiatria Cassandra ed il Punto di non Ritorno
Figlia di Ecuba e Priamo il re di Troia, Cassandra visse come sacerdotessa nel tempio del Dio Apollo, che le donò la facoltà della preveggenza, ma essendoglisi lei rifiutata, fece sì che nessuno le credesse.
Sacerdotessa vergine prima, schiava di guerra poi, a Troia cercò di dissuadere i concittadini dal portare in città il cavallo di legno, avvertendoli che esso avrebbe causato la loro rovina; ma nessuno le prestò ascolto.
La immagino osservare l’avanzare lento del mastodontico animale metro per metro, i buoi frustati per farlo muovere verso la porta di Troia, la polvere che saturava l’aria, la folla festante.
Cosa avrà pensato quando la scultura era a pochi metri dall’ingresso? Amarezza, sconforto, rassegnazione, dolore, rabbia con se stessa?
Il 2 Luglio 2015 è stata pubblicata la Deliberazione della Giunta Regionale “3 giugno 2015, n. 30-1517” con oggetto il riordino della rete dei servizi residenziali della Psichiatria.
Tale atto della Giunta, nonostante il parere contarlo di tutti (DSM, Associazioni di familiari e pazienti, ANCI, Enti Gestori profit e no profit) rischia di cancellare gli ultimi venti anni di sperimentazioni piemontesi e scaraventare la psichiatria cinquanta anni indietro, per così dire all’epoca pre-Basaglia.
I Gruppi Appartamento e persino alcune Comunità cesseranno di fatto di esistere, ridotti a presidi assistenziali e scaricati sul budget dei Comuni o dei pazienti e delle loro famiglie.
Molti operatori perderanno il posto di lavoro, psicologi e non.
Ma siamo già al punto di non ritorno. Già il cavallo ha fatto il suo ingresso nelle mura della Città?
La DGR distruggerà il sistema prima delle pronunce del Tar o prima che la stessa venga modificata (sempre che lo si faccia)?
Una volta che gli achei entrano in Troia non si torna indietro, distrutta la città ci vorranno secoli per ricostruirla, o millenni per ritrovarne le rovine sepolte.
Come Cassandra mi sento.
Sento l’odore acre di sudore degli achei nascosti nel ventre dell’animale, il tintinnio delle spade che si preparano a tagliare e togliere vita, l’odore dei tetti della città i fiamme.
Mi dicono i colleghi, sbagli, esageri, sei troppo pessimista.
Questa delibera è talmente folle che vedrai qualcosa succederà.
Come Cassandra penso. E spero di sbagliare, di esagerare, di essere visionario e basta, di non aver capito bene. Amerei sbagliare. Lo bramo.
Ma come Cassandra mi penso. Dismessi gli appartamenti, spostati i pazienti, licenziati i collaboratori, edificati o rinforzati i minicomi, indietro non si torna.
Siamo oltre al punto di non ritorno, il cavallo è nelle mura. Troia è in fiamme.