Breve elogio dell’Appropriatezza.
E’ pensabile trovare Via Artom usando questa cartina di Torino del 1800?
Riuscirò mai a tradurre la parola araba تعكس “riflettere” cercandola in un vocabolario Italiano-Cinese?
Patrimonio del buon senso e del pensiero scientifico è che per comprendere un evento si necessiti dei codici appropriati, utili a tentare di decifrarlo. Ahimè nella vita in generale, e nelle professioni PSI questo non accade sovente.
Questo Blog non ha certo lesinato critiche alle scelte della Giunta Regionale Piemontese in tema di psichiatria. Più volte abbiamo rivolto appelli, inviato materiale e criticato in particolare l’operato dei due Assessori che hanno firmato la DGR 30: Saitta e Ferrari.
Critiche rivolte alle scelte politiche ed alle ricadute culturali che la “loro” riforma avrebbe o potrebbe ancora produrre. Critiche puntuali, dettagliate in genere corredate da proposte alternative. Chi è interessato può trovarle sul blog. Critiche dure, insistenti ed assimilabili al “fuoco amico”.
Critiche esclusivamente rivolte al loro ruolo Istituzionale, mai agli esseri umani che ci sono dietro. Gli Assessori e non le persone, le loro scelte politiche e non il loro “carattere”.
Perché queste riflessioni??
Alcune volte, in eventi pubblici, ho avuto l’occasione di sentir definire “malati” “disturbati” o più semplicemente “questi sono pazzi” i decisori politici e i funzionari regionali “plenipotenziari” meno noti al grande pubblico. Per inciso si dice che siano questi ultimi a determinare largamente alcune scelte dell’Assessorato.
Questo atteggiamento, tipico dell’essere umano e specie-specifico di una parte del mondo PSI, è epistemologicamente scorretto. “Leggere” l’altro da noi secondo suoi presunti problemi psichici e carattereologici di fatto squalifica e pone in ombra il contenuto specifico delle scelte da confutare.
Nella storia Italiana e nel recente passato questo sbaglio è stato commesso innumerevoli volte. Se Pensiamo al fu Presidente del Consiglio Berlusconi, si sono spese milioni di parole sui suoi “disturbi” o difetti “morali”. A prescindere dalla veridicità o meno di queste affermazioni, si dovevano combattere le scelte di quel governo a livello politico e non moral-diagnostico.
E già, le diagnosi fatte così – Berlusconi ricalcherebbe in pieno una diagnosi del DSM IV- sono coltellini spuntati, e cessano di essere strumento clinico, entrando in pieno nel mondo della morale.
Ed ancora che forma di lotta allo stigma facciamo se per primi noi compiamo errori del genere? Pensando ai nostri pazienti, quelli veramente sofferenti (definiti nosograficamente gravissimi) non posso credere che la loro diagnosi spieghi tutto il loro esistere e tutte le loro scelte. Tutte e proprio tutte intendiamo. Una persona può essere “schizofrenica” ma tifare Toro o Juve, essere simpatico od antipatico, amare la montagna o la spiaggia di sera.
I nostri Assessori hanno compiuto errori tecnici ed organizzativi, sono stati consigliati in modo pessimo ed hanno compiuto scelte politiche discutibili. Forse si ravvedranno – pare – forse il TAR porrà fine alla faccenda ma.
Non sono pazzi, folli, malati, disturbati e chi più ne ha più ne metta. Qualora fosse vero, e non lo crediamo, sarebbe comunque inutile porre la questione in questi termini. Bisognerebbe in ogni caso fare una battaglia politica e culturale, non evocare spettri di irregolarità psichica.
Tanto era dovuto. Adesso restiamo tutti in attesa proprio di un cambiamento di scelte tecniche politiche e culturali, di quello sì che abbiamo bisogno. Il carattere degli Assessori, qualunque sia, è affar loro.