Corsi e Ri-Ricorsi (1 di 3)

Nulla di fatto ? Ancora TAR ?

Facciamo il punto sulla Nuova DGR 30

 

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BREVE SINTESI DI UNA VIA CRUCIS (2014-2016)

Dopo tanti sforzi, tante parole, tutto rischia di tornare al punto di partenza, se la nuova delibera sulla residenzialità psichiatrica dovesse rivelarsi una deludente fotocopia di quella vecchia. Siamo disfattisti?

Lungi da noi voler denigrare la Regione o offendere alcuna carica istituzionale, anzi, se ci sbagliassimo andremmo ben lieti, e in ogni dove, a scusarci e ringraziare, l’Assessore per primo. Ma provate a seguire questa stringata cronaca degli avvenimenti per comprendere il motivo delle nostre rinnovate preoccupazioni.

21 maggio 2014: a quattro giorni dalle elezioni regionali la Giunta Cota uscente, a firma dell’Assessore Cavallera, propone una DGR di riordino della residenzialità psichiatrica. Per fortuna quel provvedimento, tecnicamente troppo sbilanciato a favore di un modello para-ospedaliero, non trova corso, il PD vince le elezioni e ripromette quanto sostenuto in campagna elettorale: la nuova Giunta ascolterà tutti e proporrà una riforma più equilibrata e “progressista”

giugno 2015: iniziano a circolare bozze di una nuova DGR sulla psichiatria. Esplode un vespaio. La delibera è molto peggio della precedente e incassa  il parere contarlo di tutti: Dipartimenti di Salute Mentale, Associazioni di familiari e pazienti, ANCI, Enti Gestori profit e no profit. Tutti in modi simili sostengono che questo atto  rischi di cancellare gli ultimi venti anni di sperimentazioni piemontesi e scaraventare la psichiatria cinquanta anni indietro, per così dire all’epoca pre-Basaglia.

Si cerca la mediazione con la Regione ma si comincia a pensare a ricorere al Tar.

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